Intervista a Sr. Bella Doreen Mwakaliku, Superiora Generale delle Piccole Sorelle di San Francesco durante l'incontro congiunto UISG-USG a Sacrofano (22-24 novembre 2023).

Vedo una grande speranza per la vita religiosa in Africa orientale, in Africa e nel mondo in generale, perché, come ho letto nel documento, si tratta di lavorare insieme, proprio come dice la parola "Sinodo".

C'è stato un grande invito a lavorare insieme, a rispettarsi e ad accettarsi come esseri umani. Mi piace l'idea di camminare insieme come Chiesa battezzata.

Questo Sinodo è una continuazione degli insegnamenti del Vaticano II e in particolare della Lumen Gentium, se non sbaglio. Mi piace l'idea che nel Vaticano II siano state aperte le finestre, ma ora sono le porte ad essere aperte. E quando le porte sono aperte, c'è una grande opportunità. Quando la porta è aperta, significa che tante persone possono entrare e, tante nuove idee insieme possono non solo entrare ma anche cambiare il mondo. Forse ora stiamo lavorando da una sola parte. Possiamo essere trasformati. Possiamo convertirci ad un nuovo modo di vedere le cose, al nuovo modo di accettare l'altro, soprattutto quando parliamo dei poveri. Siamo noi a dover dare a coloro i quali non hanno e invece li guardiamo dall'alto in basso. Quando ai poveri è stato chiesto: cosa volete, di cosa avete bisogno dalla Chiesa? la loro risposta non è stata “vogliamo soldi o diamanti”. Hanno detto: “abbiamo bisogno di amore, di rispetto”.

Sono molto felice di questo incontro ed è la prima volta che penso ci incontriamo insieme ai religiosi. Il mondo è uno, abbiamo le stesse sfide. Stiamo camminando sulla stessa strada. Quindi, per me è una porta aperta. Un'altra porta aperta, perché ora è come se iniziassimo a praticare il sinodo stesso: Stiamo iniziando a lavorare insieme agli uomini, condividendo le nostre differenze e le nostre sfide. Ma la vedo anche come una sfida per me nella mia costellazione perché, in Tanzania, non siamo ancora riusciti a riunirci.
Ciascuna parte lavora da sola, risolvendo i propri problemi e cose del genere. Per me è un invito a riunirci come vita religiosa, uomini e donne, per risolvere insieme i nostri problemi e andare insieme verso la santità, perché questa è la chiamata per ognuno di noi.