11/02/2025

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Webinar sulla tutela: Rispondere a preoccupazioni e accuse

Webinar sulla tutela: Rispondere a preoccupazioni e accuse

 

 

Il webinar sulla tutela: “Rispondere alle preoccupazioni e alle accuse” si è svolto il 31 gennaio 2025, affrontando questioni vitali riguardanti la salvaguardia dei bambini e degli adulti vulnerabili nella Chiesa.

L'incontro era rivolto ai delegati alla salvaguardia di diverse congregazioni e ai professionisti della salvaguardia. L'evento ha offerto una presentazione approfondita da parte dell'esperta di salvaguardia e insegnante Tina Campbell. Tina ha condiviso molti anni di esperienza nella formazione di responsabili della salvaguardia, di formatori, di provinciali e team di leadership, offrendo indicazioni e consigli pratici su molti aspetti della salvaguardia, come per esempio la risposta a preoccupazioni e segnalazioni di abusi.

 

Il ruolo cruciale della terminologia
Una delle prime questioni affrontate da Tina è stata l'importanza di usare un linguaggio preciso quando si parla di abusi. Ha sottolineato che l'uso delle parole “preoccupazione” e “accusa” è essenziale per comprendere la gravità della situazione:
“Quando parliamo di abuso, non possiamo ridurlo a una 'denuncia'. Quando qualcuno denuncia un abuso sessuale, fisico, spirituale o emotivo, ci troviamo di fronte a un reato grave e spesso criminale. Parlare di una 'denuncia' sminuisce l'impatto sulla vittima”.

Ha spiegato che in alcuni contesti, come ad esempio in alcune politiche di protezione, la parola “accusa” viene erroneamente sostituita da termini come “denuncia”, rischiando di minimizzare il trauma vissuto dalla vittima.

 

La natura delle segnalazioni e la gestione del processo di denuncia
Durante la sua presentazione, Tina ha analizzato i modi in cui emergono le denunce di abuso e le azioni di vitale importanza e obbligatorie che devono essere intraprese. Ha spiegato che una denuncia può provenire da diverse fonti, come le vittime stesse, un testimone, una terza parte o anche direttamente dalle pubbliche autorità competenti, come la polizia.
Molto raramente un autore di abusi si fa avanti. In genere, le denunce provengono da chi ha subito un danno o è vicino alla vittima”, ha detto Tina, sottolineando l'importanza di un approccio sensibile e responsabile nel trattare le denunce.

 

Il modello “Ascoltare, rispondere, registrare, denunciare”
Una delle parti fondamentali della presentazione è stata l'introduzione di un modello pratico per rispondere alle segnalazioni: Ascoltare, Rispondere, Registrare e Riferire. L'ascolto delle vittime deve avvenire con empatia e senza interruzioni e ogni parte della risposta deve essere improntata alla massima attenzione e al massimo rispetto.
“L'ascolto è fondamentale. Dobbiamo accogliere le persone che denunciano senza interruzioni. Non possiamo ridurre il loro dolore, ma possiamo accompagnarli in quello che è un viaggio molto doloroso e spesso traumatizzante”.
Ella ha spiegato che il passo successivo consiste nel rispondere con rassicurazioni senza fare promesse o ipotesi su ciò che accadrà: “Non promettiamo mai ciò che non possiamo controllare, come ad esempio le implicazioni legali per la persona accusata”.

 

Implicazioni delle leggi e delle procedure canoniche
La relatrice ha affrontato anche la questione delle implicazioni legali e canoniche, sottolineando che ogni segnalazione ha implicazioni sia civili che ecclesiastiche. Ha sottolineato il valore del pieno rispetto del diritto canonico, ma anche delle norme civili, in particolare quelle relative all’obbligo di denuncia.
“La denuncia di un abuso è una questione che va oltre la singola persona. Ha un impatto ulteriore e spesso duraturo sulle loro relazioni. La Chiesa ha la responsabilità di proteggere i vulnerabili e di affrontare questi crimini con la severità che meritano”.

 

L'importanza della documentazione e della comunicazione con le autorità
Uno degli aspetti più delicati affrontati da Tina è stato quello della documentazione. Ha ricordato che ogni conversazione, ogni incontro con la vittima (o con chiunque abbia a che fare con la denuncia), deve essere verbalizzato accuratamente, senza mai utilizzare dispositivi personali, ma seguendo le procedure di registrazione ufficiali.
“Gli appunti che prendiamo possono essere usati come prova, quindi dobbiamo sempre scrivere in modo chiaro, preciso e completo.”
Ha inoltre sottolineato l'importanza di coinvolgere tempestivamente le autorità competenti, come la polizia, e ha ricordato che la denuncia deve essere comunicata anche alla rispettiva compagnia assicurativa congregazionale o diocesana, perché è essenziale che venga informata tempestivamente. Tina ha anche accennato alle implicazioni legali relative all'assicurazione e ha sottolineato che la corretta gestione delle informazioni è essenziale.

 

 

L'intervento di Tina è stato fondamentale per sensibilizzare e formare chiunque abbia un ruolo di leadership e di salvaguardia sulle modalità corrette di risposta alle segnalazioni di abuso. Come ella ha concluso: 
"Rispondere correttamente a una segnalazione di abuso non è solo una questione di seguire le procedure, ma di riconoscere la dignità e il dolore della vittima. Solo così potremo proteggere in modo autentico i giovani e i vulnerabili e iniziare seriamente ad affrontare la realtà dell'abuso".