04/04/2025

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Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità: la testimonianza di Sr. Agata Villadoro

Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità: la testimonianza di Sr. Agata Villadoro

 

“I malati hanno un’esperienza dello spirituale che noi non abbiamo tante volte, neanche riusciamo a percepire ed accogliere dai libri e altre realtà formative.”

Così ha testimonianto Sr. Agata Villadoro della Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù.

 

L’UISG ha parlato con la religiosa italiana della sua esperienza nel contesto dell’attuale Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità tra 4-6 aprile. Assieme agli operatori di pastorale, malati, operatori, loro familiari, volontari e le consorelle sono in un pellegrinaggio a Roma. Hanno pure preparato una piccola guida per vivere insieme e con consapevolezza i momenti propri del Giubileo:

“Mi sento motivata anche per la certezza che la Grazia ci sorprenderà molto.”

 

Nel mondo le persone malate e fragili si percepiscono spesso come un peso per la società. Sr. Agata l’ammette, ma vede anche il motivo: “È perché abbiamo assolutizzato il valore della perfezione, della efficienza, della salute. Questo modo di vedere la realtà, come dice Papa Francesco, automaticamente produce gli scarti.”

 

Sr. Agata menziona la sua esperienza personale dicendo che le persone malate, fragili e vulnerabili sono la rivelazione della vera dignità umana:

“Ho potuto vedere, pur nella drammaticità che la sofferenza comporta, come le ferite diventano feritoie per una Luce di Sapienza che sa di Dio. I malati hanno intuizioni spirituali degne delle più alte scuole di teologia e innescano dinamiche che caratterizzano l’umano nella convivenza sociale. Frequentarli è una risorsa umana e spirituale garantita!”

E va oltre aggiungendo che “i malati hanno un’esperienza dello spirituale che noi non abbiamo tante volte, neanche riusciamo a percepire ed accogliere dai libri e altre realtà formative.”

 

Poi, la religiosa che si occupa di ammalati, fragili e vulnerabili cita il Pontefice al riguardo:

“Quante volte, al capezzale di un malato, si impara a sperare! Quante volte, stando vicino a chi soffre, si impara a credere! Quante volte, chinandosi su chi è nel bisogno, si scopre l’amore! Ci si rende conto, cioè, di essere angeli di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose.”

 

Si parla frequentemente della inclusione. Sr. Agata Villadoro ha condiviso con noi come includere e integrare pienamente queste persone nella comunità, nella chiesa e nella società:

“Semplicemente inserendole nei contesti sociali ed ecclesiali comuni, senza pregiudizi e con la disponibilità a interagire, a stare con loro con naturalezza. I familiari e gli operatori fanno esperienza che si riesce (con più o meno difficoltà, con più o meno tempo) a comunicare. E allora ecco le scoperte straordinarie della loro sensibilità e del senso della loro vita: “il limite” non solo non limita la loro gioia, ma la purifica da tante sovrastrutture che noi mettiamo e che non solo sono inutili, ma anche dannose.”

 

Con loro impariamo tante virtù umane fondamentali come l’umiltà, la pazienza, la fortezza, l’affidarsi, il fidarsi, la resilienza, la cooperazione, elenca la Suora Ospedaliera del Sacro Cuore di Gesù.

Infine, Sr. Agata vede questo come un valore evangelico e come una evangelizzazione. Che “i poveri ci evangelizzano” non è uno slogan, ma una verità, sottolinea la religiosa italiana.

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